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Batteria Dell Latitude D630c
Sistema che finalmente, a tre anni dal lancio, surclassa per diffusione numerica il precedente (di due generazioni) XP, proprio mentre il mai troppo amato Windows Vista viene surclassato dal rivale Mac OS X. La notizia del sorpasso di Seven nei confronti di XP arriva dalla società di web tracking Net Applications, secondo cui nell’agosto appena trascorso i market share a livello globale delle due versioni si sono attestati, rispettivamente a 42,76% a 42,5%.
In due anni, l’OS più recente ha guadagnato quasi un 30% di quota mercato, con una curva speculare a quella del calo di popolarità di XP. E mentre a quest’ultimo vanno riconosciuti i meriti di un’onorata carriera e un pensionamento non certo imminente, ben diversa è la storia di Vista, oggi sceso al 6,1%. Una percentuale che pone lo sfortunato OS di Microsoft al di sotto della quota complessiva di Apple, che considerando la somma delle ultime versioni di Mac OS X (dalla 10.4 in poi) arriva al 7,11%.
In questo scenario di ascese e declini, le attese sono tutte rivolte all’autunno e al lancio ufficiale di Windows 8, già grande protagonista della nuova ondata di ultrabook e di tablet (non conteggiati in questo calcolo, che è relativo al solo mondo desktop, ma certo indicativi del deciso investimento dei produttori nel nuovo OS di Microsoft) presentati da Acer, Asus, Samsung, Sony e HP. Attualmente, le anteprime pre-release della versione 8 riguardano lo 0,23% dei computer desktop nel mondo.
Computer Windows 8 in tutte le salse, Smart tv e schermi in ultra definizione 4K e 8K, giganteschi display 3D “glasses free” e televisori Oled maxi formato, gadget per la visione tridimensionale per tutti i gusti (anche senza occhialini), realtà aumentata per sfogliare i libri con la console, fotocamere dotate di connettività 4G, browser Web, Wi-Fi e apps. E poi accessori audio che parlano con gli smartphone via tecnologia Nfc, e molto altro ancora. Tablet e super telefonini naturalmente inclusi.
Per sei giorni (dal 31 agosto al 5 settembre), Berlino ha indossato come di consuetudine le vesti di capitale della tecnologia attirando tutte le attenzioni di media, aziende e addetti ai lavori. Poche le assenze di rilievo: Apple e Nokia (che terrà un evento di lancio con Microsoft a New York proprio il giorno 5) fra i grossi calibri del mondo It e mobile, mentre nessuna defezione o quasi (nonostante le vendite nel primo semestre nei sei principali Paesi europei siano scese in valore del 10% rispetto al 2011) nell’ambito della consumer electronics.
La sensazione, passeggiando fra gli stand di Ifa 2012, è che – per qualche giorno almeno – dei prodotti made in Cupertino (e della guerra dei brevetti) – si può tranquillamente fare a meno. L’assunto, provocatorio, è il seguente: se non esistessero l’iPhone, l’iPad e tutti gli altri prodotti della Mela, appassionati di tecnologia e comuni consumatori avrebbero modo di dilettarsi con prodotti altrettanto cool, funzionali e capaci di regalare un’esperienza d’uso tale da appagare anche i palati più fini? La risposta, che arriva direttamente dalla Messe di Berlino, è affermativa.
E offre anche una postilla non trascurabile: aziende come Sony o Samsung hanno portato in vetrina soluzioni d’avanguardia in almeno una mezza dozzina di diverse categorie di prodotto: Tv, digital imaging, smartphone, computer, tablet, accessori audio, gaming. Apple può vantare tale trasversale capacità “innovativa”? No, e il gap aumenta se si amplia il discorso al mondo del bianco (una delle peculiarità recenti di Ifa), di tutti quegli elettrodomestici intelligenti a bordo dei quali operano schermi touch, software e pure le immancabili apps.
Da Berlino arrivano, provocazioni a parte, anche messaggi più pragmatici Prendiamo il fronte tablet: l’arrivo di Windows 8 mette di fatto in un angolo Android per ciò che concerne i pc a tavoletta con velleità professionali e business oriented. Di modelli basati sulla nuova versione Jelly Bean della piattaforma mobile di Google se ne sono contati sulle dita di una mano (tre sono di Lenovo, presente anche con un modello da sette pollici) e sembra proprio che i vendor abbiano fatto una scelta di campo.
Il tablet Android è un perfetto gadget multimediale che non supera il formato da 10,1 pollici; per i device con schermi più grandi la scelta cade esclusivamente sul nuovo software di Microsoft. I prodotti di frontiera sono quelli basati su Windows RT (Samsung Ativ e Asus Vivo Tab, con schermo da 10,1 pollici), quelli che sulla carta dovrebbero costare “poco” e fare concorrenza all’iPad, oltre che a Surface.
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In attesa del verdetto definitivo del processo di San Jose che ha decretato la vittoria di Apple, atteso per il 20 settembre, Ifa 2012 sancisce che la categoria dei “phablet” (oggetti a metà strada fra smartphone e tablet) è un ulteriore terreno dove si giocherà la supremazia in campo hi-tech. Ultima provocazione: questa categoria di device non è ancora presente nel catalogo di Apple.
Il trasformismo sembra essere il fil rouge di molte delle novità presentate in questi giorni nell’ultima edizione di Ifa, come già dimostrato dai tablet di Asus, Samsung e Hp: questa volta tocca a Sony e Toshiba sfoderare i propri assi nella manica all’insegna dell’ibridazione fra gadget. Nel primo caso, il VaioTM Duo 11, un dispositivo dalla doppia anima - come suggerisce il nome -, che si trasforma da ultrabook a tavoletta in poche mosse, e nel secondo il Satellite U920t, un incrocio fra il classico notebook e i tablet Pc.
Per quanto riguarda il VaioTM Duo, il suo identikit è quello di un computer portatile con schermo da 11,6 pollici, con pannello OptiContrastTM Full HD, che garantisce immagini dettagliate e a elevato contrasto anche da angolazioni estreme e sotto la luce diretta del sole. Al suo interno battono un cuore Intel e – altro evidente filo rosso di Ifa 2012 – il sistema operativo Windows 8, mentre sul fronte della connettività troviamo un’esaustiva serie di porte e interfacce (Bluetooth, Usb 3.0, Hdmi, Ethernet e video Vga), nonché il supporto al Near Field Communication.
Si tratta di un dispositivo che combina funzioni di intrattenimento e produttività, configurandosi come un’alternativa utile per lavorare, oltre che per la fruizione multimediale e il Web. Il passaggio dall’una all’altra modalità si effettua attivando un meccanismo a scorrimento che nasconde la tastiera sotto lo schermo tattile, su cui si può interagire tramite tocco delle dita o con il pennino in dotazione, con la possibilità di modificare la punta di quest’ultimo scegliendo fra vari accessori (venduti separatamente).
Il pennino consente non solo di attivare icone e schede, ma anche di prendere appunti manuali, tracciare schemi o sottolineare i punti chiave di una presentazione direttamente sul touchscreen. Fra le applicazioni spiccano Active ClipTM, utile per il ritocco di foto ed elementi grafici, e Note Anytime, per prendere annotazioni a mano libera come su un block notes. Altri elementi sono invece votati all’intrattenimento, come One-Touch, una funzione che consente di trasmettere musica e foto dal computer a dispositivi Sony compatibili con l’Nfc; Socialife, invece, coordina da un’unica interfaccia le attività dell’utente sui social network, gli aggiornamenti dei newsfeed e dei siti di informazione.
Toshiba sdoppia le sue novità basate su Windows 8 tra l’ultrabook convertibile Satellite U920t e il più classico Satellite U940. Il primo è un ultrasottile con chassis in magnesio che passa dalla modalità notebook, con tastiera e funzionalità touch, a quella tablet con cinque punti tattili, e che monta uno schermo dell’inusuale misura di 12,5 pollici.
Al suo interno lavorano chip Intel di terza generazione, una scheda grafica dedicata e una selezione di porte e interfacce come Hdmi, Ethernet e due Usb 3.0, una delle quali capace di caricare i device connessi anche quando il Pc è spento. A seconda delle configurazioni, la Ram raggiunge fino a 8 GB, il disco Ssd fino a 256 GB; il peso del device parte da 1,45 chili. Due le webcam, una frontale da 1 megapixel e una posteriore da 3 megapixel con autofocus.
Il Satellite U940 è invece un ultrabook più classico, con schermo da 14 pollici e risoluzione 1366 x 768 pixel, anche in questo caso motorizzato con Cpu Intel di terza generazione. La webcam qui è singola, mentre la dotazione di porte si amplia a includere, oltre a quelle prevista sul modello più piccolo, anche una Usb 2. Il peso è di 1,7 chili (o superiore a seconda delle configurazioni), lo spessore di 2 centimetri.
Sony dice addio alle unità ottiche: secondo i media giapponesi Yomiuri Shimbun e Asahi Shimbun, l’azienda ha sarebbe intenzionata a chiudere la sua divisione Optiarc, quella deputata alla produzione di masterizzatori Dvd e Cd Rom, e a volerlo fare entro il mese di marzo 2013. La decisione equivarrà, probabilmente, all’obbligo di pensionamento anticipato per 400 dipendenti Sony, poco meno di un centinaio dei quali operativi in Giappone e i restanti fuori patria, nelle sedi .
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Batteria Dell Precision M50
LG Electronics ha annunciato di aver registrato profitti netti per 138,5 milioni di dollari nel trimestre fra luglio e settembre 2012, con un netto cambio di rotta rispetto alla perdita drammatica di 366 milioni di dollari dello stesso periodo di un anno fa.
Il fatturato consolidato è stato di 10,93 miliardi di dollari, pari al 4 per cento in meno rispetto al trimestre precedente, a causa del calo fisiologico della domanda che caratterizza questo periodo dell'anno.Sony ha annunciato la chiusura della sua fabbrica di Minokamo, in Giappone, e il licenziamento di circa 2mila dipendenti, nell'ambito del piano di riduzione della forza lavoro globale del 6% entro marzo 2013.
Le due notizie non sono l'una la conseguenza dell'altra: la soppressione delle attività di Minokamo comporterà il licenziamento di 840 dipendenti. La sede di Tokyo sarà interessata da un taglio del 20% dei lavoratori, mentre un altro 20% sarà a carico della divisione Home Entertainment e Business Sound Group.
La fabbrica in via di dismissione a Minokamo si occupa della produzione di obiettivi intercambiabili, lenti e telefoni. Parte della produzione sarà dirottata verso altri centri produttivi, mentre sembra che alcuni componenti di telefoni saranno del tutto eliminati in seguito alla decisione di concentrarsi sulla produzione di smartphone di fascia alta.
Secondo quanto riferito da TechSpot la riduzione di personale porterà a un risparmio sui costi fissi annuali di circa 30 miliardi di yen (379 milioni di dollari) e non dovrebbe influenzare i risultati consolidati della società previsti per l'anno fiscale 2012.
E c’è chi ha forse esagerato (Asus con Taichi), proponendo un ultrabook con doppio schermo, di cui uno rigorosamente tattile. L’interfaccia a mattonelle del nuovo sistema operativo di Redmond non piacerà magari a tutti (gli utenti) ma tutti (i produttori) l’hanno adottata per costruire computer, alcuni dei quali con display multi touch, che ne sposano in toto le peculiarità, siano essi votati all’entertainment (soprattutto) che indirizzati al business.
Chiusura d’obbligo in salsa mobile, tema che ricorre sempre di più nei keynote dei vari Ceo (per esempio quello Sony, che ha dato il via alla carrellata delle novità togliendo i veli ai nuovi smartphone Xperia). Samsung ha annunciato come da programma il Galaxy Note II, un super smartphone con schermo touch Amoled da 5,5 pollici e sistema operativo Android 4.1 Jelly Bean.
La divisione Dell Enterprise Solutions and Services, alla cui guida è stato ingaggiato Marius Haas (ex manager di Hp, Compaq e Intel) al posto del dimissionario Brad Anderson, ha generato 4,9 miliardi di dollari crescendo del 6% anno su anno e contribuendo nella misura del 34% al giro d’affari complessivo della compagnia. Chi invece fa fatica a produrre marginalità è invece Sony, intenzionata a tagliare circa il 15% della forza lavoro nella divisione di telefonia mobile in Svezia (ereditata da Ericcson in sede di scioglimento della joint venture).
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La ristrutturazione era stata decisa in seguito alla perdita di 5,7 miliardi di dollari registrata nel 2011, che verrà ricordato come il peggiore nei 66 anni di storia dell'azienda e come il quarto anno consecutivo in perdita.Mettendo sul piatto circa 50 miliardi di yen (l’equivalente di circa 500 milioni di euro) Sony è pronta a diventare, probabilmente entro la fine di questa settimana, il principale azionista di Olympus, con una quota intorno al 10 per cento. A darne notizia (ieri) l’agenzia Reuters, che cita come fonti tre persone coinvolte nell’operazione.
Per il gigante di Tokyo, in sofferenza sul fronte dei prodotti di elettronica di consumo (televisori in testa), il deal aprirà nuove prospettive di business nel campo degli apparati medicali. Per Olympus, stando a quanto riporta l’agenzia di stampa, la volontà di mantenere un alto livello di indipendenza operativa si sposerebbe con un’iniezione di capitali freschi tali da evitare la cessione di alcuni asset strategici a rivali come Terumo e Fujifilm Holdings e da sistemare un bilancio non propriamente esaltante.
Nell’ultimo esercizio fiscale chiuso lo scorso 31 marzo, l’azienda nipponica riportava infatti una perdita netta di 49 miliardi di yen mentre a fine giugno il rapporto tra patrimonio netto e totale attivo è sceso al 2,2 per cento, in flessione dal 4,6 per cento del trimestre precedente e lontanissimo da quel 20 per cento che rappresenta l’indice standard di stabilità finanziaria.
Con l’investimento di Sony, e l’assegnazione delle nuove azioni previsto nel mese di ottobre, il rapporto – scrive sempre la Reuters - dovrebbe crescere fino al 10 per cento.
A una settimana di distanza dall'arresto di Raynaldo Rivera, uno degli hacker di LulzSec (una costola del gruppo Anonymous) accusati di aver preso parte all'operazione di sabotaggio operata ai danni di Sony Picture Entertaiment, arriva un altro colpo inferto alla cybercriminalità.
Ieri il Dipartimento di Giustizia Usa ha infatti reso noto il provvedimento preso dalla Corte distrettuale del District of Columbia nei confronti di Joshua Schichtel, l'hacker dell'Arizona (collegato al gruppo DDOS Mafia) che un anno fa salì agli onori della cronaca per aver sviluppato e venduto botnet capaci di infettare circa 72mila computer attraverso diverse tipologie di software maligno.
La pena stabilita dal giudice è di 30 mesi di carcere (Rivera, se verrà condannato, potrebbe scontare fino a 15 anni) e la motivazione è la seguente: "Schichtel ha venduto - a singoli clienti che non disponevano di proprio know how per creare malware - gli strumenti per controllare l'accesso e l'utilizzo di migliaia di computer infetti".
Arrestato il 17 agosto 2011 a Washington D.C e già noto alle forza dell'ordine sin dal 2004 per attacchi di tipo Distributed Denial of Service contro siti di e-commerce, l'hacker avrebbe offerto l'uso della botnet a un numero imprecisato di clienti per un corrispettivo di 1.500 dollari per ognuno.
In tempismo quasi sincronizzato con il lancio italiano del Nexus 7 di Asus e Google e in anticipo sul (ventilato) iPad Mini di Apple, Amazon porta finalmente il suo tablet sul mercato nostrano, in due varianti: Kindle Fire e Kindle Fire HD. È passato un anno dal lancio mondiale della prima versione del Kindle Fire, premiato con il record storico di vendita per singolo articolo su Amazon, mai arrivato in Italia, e c’è da chiedersi se il successo verrà bissato anche dai due tablet discendenti.
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Due tavolette da 7 pollici (per quella HD anche una declinazione da 8,9 pollici) che puntano a intercettare la cosiddetta “pancia” del mercato. Ovvero la fascia d’utenza interessata a dispositivi piccoli e compatti, funzionali supporto alla navigazione, alla fruizione multimediale e – come da DNA di Amazon – alla lettura di libri digitali.
I due dispositivi godono dunque di un posizionamento ben definito, diverso tanto da quello dell’iPad classico, quanto da quello dell’ondata di nuovi tablet-netbook ibridi basati su Windows 8 presentati in queste settimane da molti produttori, da HP a Samsung, passando per Sony, Acer e Asus. Nel caso del Kindle Fire HD, va detto però che non si tratta nemmeno della classica mini-tavoletta, bensì di un device che Amazon si spinge a definire come “il tablet da 7 pollici più avanzato del mondo”.
Merito del display ad alta definizione con 1920 x 1200 pixel, di un sistema audio HD con due altoparlanti stereo e la tecnologia Dolby Digital Plus. Ma soprattutto di un WiFi più efficiente: supportato da una doppia antenna e ottimizzato per i contenuti HD, promette download e streaming più rapidi del 40% rispetto ai modelli di Pc tablet più veloci in circolazione.
Dettaglio tutt’altro che secondario, alla connettività WiFi e Bluetooth si affianca quella del 4G Lte, mentre le prestazioni del sistema beneficiano di un processore Omap 4 Platform di Texas Instruments e non manca una fotocamera HD frontale. Le caratteristiche antiriflesso dello schermo, già vanto degli ebook reader di Amazon, sono state ulteriormente migliorate con una riduzione del 25% dell’effetto riflettente, la durata della batteria portata a 11 ore. Peso e spessore sono abbastanza contenuti, rispettivamente 395 grammi e 10,3 millimetri.
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Die ersten Testberichte zum kommenden Lumia 950 sind da. Microsoft hat sein neues Flaggschiff nämlich schon mal vorab an einige (US-)Medien verteilt. Ich habe euch eine Auswahl an Testberichten am Ende des Beitrags aufgelistet und noch ein paar Videos im Anschluss an die Liste eingebunden.
Das Fazit fällt, wie ich finde, teilweise sehr negativ aus. Das Lumia 950 wird oft als Plastikbomber bezeichnet. Im Grunde fühlt sich das neue Spitzenmodell wie ein Mittelklasse- oder Einsteigermodell der Lumia-Reihe an. Man merkt nicht, dass man hier ein Gerät für 600 Euro in der Hand hat. Einer der größten Kritikpunkte.
Doch damit will das neue Flaggschiff auch gar nicht überzeugen, Microsoft selbst hat den Fokus auf ganz andere Funktionen gelegt. Windows 10 und Continuum wären zum Beispiel zwei Punkte. Oder eine gute Kamera. Bei diesen Punkten geht in den Berichten die Meinung der Tester allerdings auch etwas auseinander.
Die einen sehen in Continuum eine sinnvolle Erweiterung, die ein Verkaufsargument ist, die anderen strafen die Funktion ab. Zu wenig Möglichkeiten, kein Support von den Entwicklern (fraglich, ob dieser noch kommt) und zu viele Geräte und Kabel, die man am Ende mitschleppen muss, um Continuum ordentlich zu nutzen.
Beispiel: Man benötigt das Dock von Microsoft, eine Tastatur, eine Maus, diverse Kabel und dann noch einen Monitor vor Ort. Da ist ein Laptop oft mobiler.
Ebenso sieht es bei der Gesichtserkennung aus. Die einen finden es schon toll, dass sowas möglich ist, die anderen schreiben, dass die Funktion im Alltag stört, da man sein Gerät doch schon sehr nah ans Gesicht heben muss. Außerdem wird auch, wie so oft bei Windows, die App-Auswahl und Qualität bemängelt.
Ein Fazit fällt aktuell schwer. Gut möglich, dass Windows 10 bei den Entwicklern gut ankommt und Windows 10 Mobile durch die Decke geht und in den nächsten Tagen und Wochen zahlreiche Apps verbessert werden und neue kommen, die dann auch noch Continuum unterstützen. Gut möglich, dass hier nichts passiert.
Es sieht aktuell so aus, als ob das Lumia 950 eher ein neues Spitzenmodell für die Windows-Phone-Nutzer ist, die sich ein solches lange gewünscht haben. Ob man in dieser Preisliga die Android- und iPhone-Nutzer überzeugen kann? Anhand der ersten Testberichte darf das doch sehr stark bezweifelt werden.
In ein paar Tagen wird das Lumia 950 (XL) auch in Deutschland erhältlich sein und wir gehen davon aus, dass wir uns dann auch ein eigenes Bild machen können.
Cambridge (Großbritannien) - Nach gut 150 Kilometern müssen die meisten der heute verfügbaren Elektroautos an die Steckdose, bei sportlicher Fahrweise oder Kälte sogar schon früher. Lithium-Luft-Batterien könnten in Zukunft diese Reichweite vervielfachen. Theoretisch überflügeln sie herkömmliche Lithiumionen-Akkus mit einer mindestens zehnfachen Energiedichte, doch sind vor einem Einsatz in der Praxis noch viele Hürden zu überwinden. Nun entwickelten britische Wissenschaftler einen neuen Prototyp, der hoffen lässt. Wie sie in der Fachzeitschrift „Science“ berichten, hielt ihr Lithium-Luft-Akku über 2.000 Ladezyklen und erreichte eine Energieffizienz von mehr als 90 Prozent.
„Wir konnten noch nicht alle Probleme lösen, doch zeigen unsere Ergebnisse einen vielversprechenden Weg hin zu einsatzreifen Akkus“, sagt Clare Grey von der University of Cambridge. Mit ihren Kollegen verbesserte sie den Aufbau des Lithium-Luft-Akkus deutlich im Vergleich zu bisherigen Prototypen, die Strom nur über wenige Dutzend Ladezyklen speichern konnten und eine geringe Energieffizienz aufwiesen. Verantwortlich dafür waren eine Elektrode aus porösen Kohlenstoffschichten aus Graphenoxid und der Zusatz von Lithiumjodid und Wasser.
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In einem Lithium-Luft-Akku wandern auch Lithiumionen von der Anode zur Kathode und reagieren dort mit Sauerstoff zu Lithiumoxid. Bei diesem Prozess können große Strommengen abgegeben und umgekehrt beim Aufladen wieder gespeichert werden. Dabei reizt Akkuforscher besonders die bei gleichem Gewicht etwa zehnfache Speicherkapazität im Vergleich zum theoretischen Maximum verfügbarer Lithiumionen-Akkus. In der Praxis wird dieses Potenzial der hohen Energiedichte zwar nie völlig ausgeschöpft, doch Grey und Kollegen halten mit ihrem Stromspeicher eine Verfünffachung für möglich. Damit läge die Reichweite von Elektroautos bei etwa 750 Kilometern und damit in der gleichen Größenordnung wie Fahrzeuge mit Benzinmotoren.
Dank des Zusatzes von Lithiumjodid und Wasser liefen im neuen Prototyp etwas veränderte elektrochemische Reaktionen ab. Ab dem Entladen bildete sich Lithiumhydroxid statt Lithiumoxid, das beim Laden deutlich leichter wieder aufgespalten werden konnte. Wichtig war dabei der poröse Aufbau der Graphenoxid-Elektrode, auf der sich Lithiumhydroxid in groben Flocken absetzte. Der Umweg der Reaktion von Lithium und Sauerstoff über den Zwischenschritt mit Lithiumiodid senkte die Differenz zwischen Lade- und Entladespannung auf nur 200 Millivolt ab. Dadurch konnte die Energieeffizienz auf einen sehr hohen Wert von 93,2 Prozent gesteigert werden.
Mit einer spezifischen Energiedichte von über 5000 Wattstunden pro Kilogramm überflügeln Lithium-Luft-Akkus verfügbare Lithiumionen-Batterien um ein Vielfaches. Mühelos könnten diese Stromspeicher Elektroautos Reichweiten von über 800 Kilometer bescheren und Laptops müssten nur noch einmal pro Woche an die Steckdose. Doch kein Prototyp hielt in den Laboren bisher länger als einige Dutzend Ladezyklen. Zudem stellte die mäßige Energieeffizienz die Entwickler vor Probleme. Diese Nachteile konnte nun eine britische Arbeitsgruppe um Clare Grey von der University of Cambridge beseitigen. Doch serienreif ist ihr Prototyp leider noch nicht.
Abb.: Mikroskopaufnahme der Graphenoxid-Elektrode mit Schema der elektrochemischen Speicherreaktion (Bild: T. Liu, C. Grey, G. Bocchetti)
Abb.: Mikroskopaufnahme der Graphenoxid-Elektrode mit Schema der elektrochemischen Speicherreaktion (Bild: T. Liu, C. Grey, G. Bocchetti)
In einem Lithium-Luft-Akku wandern Lithiumionen von einer Lithium-Anode durch einen Elektrolyten zur Kathode und reagieren dort mit Sauerstoff zu Lithiumoxid. Bei diesem Prozess können große Strommengen abgegeben und umgekehrt beim Aufladen wieder gespeichert werden. Doch bisher wurden Poren in der Elektrode allzu schnell von Lithiumoxid-Kristallen verstopft und die Diffusion von Sauerstoff und Lithiumionen schnell unterbunden. Nach enttäuschend wenig Ladezyklen sackte die Speicherkapazität der bisherigen Lithium-Luft-Systeme ab.
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Grey und Kollegen konnten diese Schlüsselprobleme mit einer Elektrode aus porösen Kohlenstoffschichten aus Graphenoxid und dem Zusatz von Lithiumjodid und Wasser beseitigen. Wegen des Zusatzes von Lithiumjodid und etwas Wasser liefen in der neuen Akkuzelle etwas veränderte elektrochemische Reaktionen ab. Beim Entladen bildete sich Lithiumhydroxid statt Lithiumoxid, das beim Laden deutlich leichter wieder Lithiumionen bereit stellen konnte. Wichtig war dabei der poröse Aufbau der Graphenoxid-Elektrode, auf der sich Lithiumhydroxid in groben Flocken absetzte. Analysen mit einem Rasterelektronenmikroskop und NMR-Spektren von der Kathode bestätigten, dass sich bevorzugt Lithiumhydroxid und kaum Lithiumoxid gebildet hatte.
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Der Rückruf betrifft laut CPSC insgesamt 148.800 Akkus in den USA sowie 17.700 in Kanada. Lenovo liegen demnach vier Berichte vor, bei denen überhitzte Akkus zu Schäden am Notebook führten. In einem der Fälle kam es zu Hautrötungen sowie Brandflecken auf der Kleidung. Genannt werden auch die betroffenen Produktnummern der Akkus: 42T4695, 42T4711, 42T4740, 42T4798, 42T4804, 42T4812, 42T4816, 42T4822, 42T4826, 42T4828, 42T4834, 42T4840, 42T4862, 42T4868, 42T4874, 42T4880, 42T4890, 42T4944, 42T4948, 42T4954, 42T4958, 45N1022 und 45N1050.
Da die Möglichkeit besteht, dass solche Akkus auch in Deutschland gelandet sind, ist eine kurze Kontrolle ratsam. Für den Fall, dass ein Akku betroffen ist, empfiehlt Lenovo bis zum Austausch, den Akku bei ausgeschaltetem System zu entfernen und das Notebook nur über Netzteil und Netzkabel mit Strom zu versorgen. Lenovo hält auf der Rückruf-Seite ein Windows-Tool zum Untersuchen des eingesetzten Akkus und gegebenenfalls zum Anfordern eines Austauschakkus bereit, [Update] auch ein Online-Formular beispielsweise für Linux-Nutzer findet sich dort. (jow)
Ein Sicherheitsforscher hat den Schlüssel des Root-Zertifikats geknackt, das sich durch vorinstallierte Adware auf vielen Laptops von Lenovo eingeschlichen hat. Nun sind alle Türen für Angreifer offen – auch verschlüsselte Verbindungen sind betroffen.
Ab sofort können sich Cyber-Gangs online gegenüber Besitzern von vielen Lenovo-Laptos mit einer beliebigen Identität ausweisen und gefährliche Man-in-the-Middle-Angriffe tätigen. Denn ein Sicherheitsforscher hat genau dokumentiert, wie er den geheimen Schlüssel des CA-Zertifikats extrahieren konnte. Das Root-Zertifikat hat sich durch die vorinstallierte Adware Superfish Visual Discovery auf Laptops von Lenovo eingeschlichen.
Wie der Sicherheitsforscher Robert Graham in seinem Blog berichtet, hat er den geheimen Schlüssel aus dem laufenden Superfish-Prozess extrahiert. Dann stellte er jedoch fest, dass dieser noch mit einem Passwort verschlüsselt war. Doch auch das Passwort konnte er mit einfachen Mitteln knacken.
Mit diesen Informationen könnte so jeder den Superfish-Schlüssel nutzen, um sich beliebige andere Zertifikate auszustellen, denen der Browser dann vertraut. Das ist natürlich besonders prekär, wenn sich die Gegenseite als Online-Banking-Seite ausgibt und den Anwender ausspioniert.
Lenovo hat sich mittlerweile zum Vorfall geäußert und versichert, dass Superfish auf entsprechenden Laptops seit Januar dieses Jahres nicht mehr aktiv ist. Betroffen seien zudem ausschließlich Geräte, die zwischen Oktober und Dezember vergangenen Jahres verkauft wurden. Auf der Thinkpad-Reihe des Herstellers soll sich die Adware nicht befinden. Außerdem teilte Lenovo mit, dass sie die Software schon seit Anfang des Jahres nicht mehr vorab auf Computern installieren. Auch in Zukunft will man Laptops nicht mehr mit Superfish ausstatten. Wie Businesswire berichtet, untersuchen in den USA bereits Anwälte den Vorfall und schließen eine Klage nicht aus.
Mit dem Superfish-CA-Test können Sie überprüfen, ob sich das Root-Zertifikat auf Ihrem System eingeschlichen hat. Betroffen sind der Internet Explorer und Google Chrome. Aktuellen Berichten zufolge soll sich das CA-Zertifikat auch bei Firefox einschleichen können. Falls Ihr Computer betroffen ist, gehen Sie nach der folgenden Anleitung vor:
De-Installieren Sie zuallererst Superfish über den gewohnten Windows-Dialog.
Für Internet-Explorer- und Chrome-Nutzer: Starten Sie den Internet Explorer als Administrator und öffnen Sie die Internetoptionen. Klicken Sie dann auf Inhalte und anschließend Zertifikate. Unter dem Reiter Vertrauenswürdige Stammzertifizierungsstellen suchen Sie nach dem Eintrag Superfish Inc. und klicken dann auf Entfernen. Danach ist auch Chrome abgesichert, denn der Webbrowser bedient sich aus der gleichen Zertifikats-Quelle.
Firefox-Nutzer klicken in den Einstellungen auf den Reiter Erweitert und dann auf Zertifikate. Zeigen Sie anschließend die Zertifikate an und löschen alle Einträge, die den Begriff Superfish enthalten.
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Mittlerweile ist bekannt, dass sich auch Software von Komodia mit einem Root-Zertifikat in Computersystemen verankert. Im Detail scheint das sogar der Ursprung der ganzen Misere zu sein, denn Superfish setzt auf ein Software Development Kit von Komodia. Betroffen sind die Filter-Tools Keep My Family Secure, Qustodio und Kurupira. Die privaten Schlüssel wurden bereits geknackt und veröffentlicht. Dabei seien alle mit demselben Passwort geschützt gewesen. Auch in diesem Fall wird dringend eine De-Installation der jeweiligen Software empfohlen. Das CA-Zertifikat muss man aber ebenfalls händisch vom Computer entfernen.
Die Internetseite von Komodia ist derzeit nicht zu erreichen und Besucher sehen lediglich eine Texttafel mit einem Verweis auf eine DDoS-Attacke. In einem Interview mit dem Wirtschaftsmagazin Forbes hält sich der Firmen-Gründer Barak Weichselbaum bedeckt und führt sein Schweigen auf vertragliche Gründe zurück. Im Service-Tool zum einfachen Download von etwa Treibern für verschiedene Lenovo-Computer sollen gefährliche Sicherheitslücken klaffen. Angreifer könnten darüber Malware in das System einschleusen.
Eigentlich soll der System-Update-Service auf Computern von Lenovo dem Nutzer Arbeit abnehmen und neben aktuellen Treiber auch Sicherheits-Updates einspielen. Nun wird das Service-Tool aber selbst zur Sicherheitslücke und Angreifer könnten über mehrere Wege Schadcode in die Systeme schmuggeln. Das haben die Forscher Michael Milvich und Sofiane Talmat der Sicherheitsberater von IOActive herausgefunden.
Laut Lenovo sind folgende Computer-Serien betroffen: Milvich und Talmat zufolge ist die Version 5.6.0.27 und früher des Lenovo-Update-Services angreifbar. Die Schwachstellen haben die Forscher bereits im Februar dieses Jahres gefunden. Mittlerweile hat Lenovo ein Update veröffentlicht, das die Sicherheitslücken stopfen soll. Verwundbare Versionen sollen Betroffene in Form einer Meldung auf das Update hinweisen und es dann automatisch installieren. Nutzer können den Patch auch selbst einspielen.
Angriff vorstellbar, aber mit Aufwand verbunden
Über die Schwachstelle CVE-2015-2233 könnten Hacker die Signatur-Prüfung umgehen und so Anwendungen von Lenovo mit Malware ersetzen, berichten die Sicherheitsforscher. Über zwei weitere Lücken (CVE-2015-2219 und CVE-2015-2234) könnten sich Angreifer Admin-Rechte verschaffen und so Schad-Programme ausführen.
Dafür müssten sich Angreifer aber als Man in the Middle in eine bestehende Verbindung einklinken. Das ist in einem öffentlichen WLAN, etwa in einem Internet-Café, durchaus vorstellbar, aber auch dort mit einigem Aufwand verbunden. Für eine Attacke in den eigenen vier Wänden müsste sich der Angreifer erst mal Zugang zum Router verschaffen.
Lenovo machte zuletzt im Februar dieses Jahres Schlagzeilen, als herauskam, dass sie Laptops mit der vorinstallierten Adware Superfish ausgeliefert haben. Diese war aber nicht nur lästig sondern auch gefährlich, denn Angreifer konnten sich aufgrund eines Zertifikats-Problems mit einer beliebigen Identität gegenüber Lenovo-Besitzern ausweisen.
Lenovo liefert neue Laptops mit der Adware Superfish Visual Discovery aus. Die blendet nicht nur lästige Anzeigen ein, sondern macht das System auch anfällig für gefährliche Man-in-the-Middle-Angriffe.
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Besitzer von Lenovo-Laptops wundern sich derzeit über Werbeeinblendungen von Dritt-Anbietern in der Google-Suche. Dafür soll die vorinstallierte Adware Superfish Visual Discovery in Kombination mit dem Internet Explorer und Chrome verantwortlich sein, wie Betroffene im Lenovo-Forum schildern. Zudem berichten Nutzer von Problemen mit der Websocket-Funktion von Webbrowsern.
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Toshiba va procéder à l'échantillonnage d'un circuit de réception sans fil de 15W conforme aux spécifications Qi 1.2 Medium Power du WPC. Pour le côté émission, un circuit est actuellement en développement.
Pour recharger sans fil la batterie des produits mobiles de différentes natures (smartphones, tablettes, terminaux en usage dans le monde industriel), Toshiba va procéder à l'échantillonnage d'ici la fin de l'année (la production en volume n'est quant à elle pas envisagée avant le printemps 2016) d'un circuit de réception conforme à la spécification Qi 1.2 Medium Power, édictée par le Wireless Power Consortium (WPC). Concrètement, par exploitation d'un principe d'induction magnétique, un tel élément est à même de délivrer 15W à la charge (1,7A max.), et non plus seulement 5 W, comme c'est le cas présentement. Il va en résulter des temps de charge singulièrement réduits, similaires, voire même inférieurs, à ceux obtenus avec des chargeurs filaires. Batterie Dell Inspiron 5160
Référencé TC7766WBG, ce circuit de réception en boîtier WCSP-28 de 2,4x3,7x0,5mm conserve le facteur de forme de ses prédécesseurs, les TC7763WBG et TC7764WBG, des produits conformes Qi 1.1.2 dispensant une puissance limitée à 5W. Il intègre notamment un pont redresseur, des fonctions de protection et un contrôleur doté d'une interface I²C.
Un circuit d'émission (TC7718FTG), conçu pour fonctionner de concert avec le TC7766WBG (celui-ci peut toutefois être utilisé avec l'émetteur 5W figurant au catalogue de la société), est actuellement en développement. A terme, il permettra à Toshiba de proposer une solution de 15W complète. Batterie Dell Latitude D620
À 24 ans, le fondateur de Save, Damien Morin n'a pas la prétention de sauver le monde mais au moins celle de vouloir sauver smartphones, iPad et autres appareils électroniques en tous genres. Le jeu en vaut la chandelle : chaque année, entre 30 et 50 millions de tonnes de terminaux électroniques sont jetés dans le monde.
Sans surprise, les téléphones, smartphones et tablettes représentent une part croissante de ce volume. Véritable casse-tête écologique, le recyclage de ces produits est devenu une priorité pour l'Union européenne, d'autant qu'ils contiennent tous des matériaux rares. Mais le jeune entrepreneur souhaite traiter le problème en amont, avec son projet qui prend des allures industrielles. « Les entreprises comme Darty se sont trop éloignées de leur mission. Je ne veux pas vendre de produits neufs et je préfère nouer des relations avec mes propres assureurs sur des produits réparés ou reconditionnés, explique-t-il. Si je deviens agréé d'un constructeur comme Apple avec qui nos relations ne sont pas au beau fixe, cela revient à prendre en charge des produits garantis, donc à travailler avec les usines des marques, alors que nous pouvons réaliser des réparations plus rapidement ». Sa mission : devenir leader international de son marché et implanter Batterie Dell Latitude D630 des petits ateliers, des « corners » de réparation dans les zones commerciales les plus fréquentées.
Stratégie du guichet unique. « Nous ouvrons près d'un point de vente par jour dans des endroits stratégiques où les gens peuvent venir faire réparer leur smartphone ou tablette, poursuit l'entrepreneur. À l’avenir, nous voulons devenir le guichet unique de la réparation du matériel électronique et je pense aux objets connectés, secteur qui connaît un véritable boom ». Une vision à long terme qui permettra d’allonger la durée de vie des produits électroniques.
Chez Save, on réalise une réparation toutes les vingt secondes, pour un panier moyen de 60 euros et un chiffre d’affaires mensuel de 3 millions d’euros. « Nous voulons accompagner les utilisateurs dans tous leurs usages, par exemple en leur permettant de transférer leurs données et de restaurer leurs paramètres dans un téléphone reconditionné, quand on ne peut pas réparer leur produit ». Et pour les accompagner, il faut les connaître. Raison pour laquelle Save déploie des capteurs dans les allées des galeries commerçantes où ils sont présents, pour avoir une idée de la répartition des terminaux en circulation dans une zone, marque par marque. « Cela nous permet de disposer de connaissances nouvelles, et donc d'anticiper nos stocks ». Batterie Dell Latitude D630 ATG
C’est une classe pas comme les autres. Déjà parce qu’elle est composée elle-même d’élèves de quatrième du collège Malraux (jusque-là, rien d’anormal), lesquels sont issus des différentes classes de l’établissement.
Pour intégrer cette classe très spéciale, ils ont dû faire acte de candidature, 16 d’entre eux ayant été « retenus » sur la bonne vingtaine de postulants. « Il y a même certains élèves que je ne connaissais pas jusqu’ici et ce projet », sourit Pascal Rubiloni, le prof de techno à l’origine du projet éolienne. Batterie Dell Latitude D630 UMA
Car c’est donc ça. À raison de trois journées complètes dans l’année où les élèves sont retirés de leur classe de cours (« Alors que je fais cela sur les heures libres », précise Rubiloni) mais aussi de deux heures hebdomadaires, les 16 quatrièmes de Malraux vont s’activer pour construire une éolienne.
« Elle sera installée cet été au Sénégal, sur l’île de Diogane. Ainsi, Batterie Dell Latitude D630c on amènera des points lumineux mais aussi quelques prises dans cet endroit où il n’y a ni eau, ni électricité, mais un collège. Et plein de jeunes avec leur téléphone portable qui cherchent à recharger leur batterie », ajoute Pascal Rubiloni, plutôt dubitatif sur le dernier point évoqué.
Avec trois autres professeurs de l’établissement, Mesdames Gras (Français), Jacquin (math) et Monsieur Leroux (histoire-géo) et avec l’aide des d’Arnaud jacquet et de deux autres membres de l’association « Y’a de l’électricité dans l’air », ils initient les adolescents à tout fabriquer. Les pales de l’éolienne (qui seront fabriquées en six exemplaires) mais aussi le pied ou la micro centrale photovoltaïque. « Ils font de la mécanique, de la menuiserie ou de l’électricité », résume le prof de techno. Ils s’instruisent et font des maths et autres matières en s’amusant, aussi… Batterie Dell Inspiron 1564
Un projet de 1.800€
Surtout, élèves et professeurs construisent tout. Dans la salle, la construction des pales prend de la place et se remarque tout de suite. Normal, car dégrossir les morceaux de bois (« du cèdre doux, bien plus facile à travailler que le fraké que l’on trouve au Sénégal », confie Arnaud Jacquet) à l’aide d’une plane fait germer de jolis copeaux çà et là. La construction de la bobine électrique, un vrai travail d’équipe, n’est pas mal non plus. Ce sans parler de l’atelier soudure…
Si les élèves s’activent et passent par tous les postes de travail, ou presque, il y aura sans doute frustration cet été puisque suite à une directive, tout déplacement en Afrique subsaharienne est interdit pour les élèves. Seul leur professeur de techno ira s’assurer que tout est bien installé. « C’est dommage, effectivement », acquiesce Pascal Rubiloni, « mais le but de ce projet, c’est déjà que ces élèves soient acteurs du projet, Batterie Dell Inspiron 17 qu’ils puissent se dire ‘’je l’ai fait et je l’ai réussi’’ ».
Il y aura bien évidement une présentation du projet terminé, plus tard dans l’année. Car quoi que l’o en dise, il y a quand même des frais. Et sans le soutien de la région, du conseil départemental et de sciences et cultures, il serait difficile de réunir les 1.800€ nécessaires à la concrétisation de l’éolienne.
Le géant américain du matériel informatique Apple prévoit d'utiliser des écrans organiques électroluminescents (Oled ou OEL) sur de prochaines générations de smartphones iPhone, ce qui risque de nuire à des fabricants de LCD nippons, affirmait jeudi en une le quotidien japonais Nikkei.
Cette information faisait chuter les actions des deux grands spécialistes japonais d'écrans à cristaux liquides (LCD) que sont Japan Display et Sharp: le premier lâchait dans les premiers échanges 7,79% à 379 yens, tandis que Sharp perdait 4,67% à 143 Batterie Dell Inspiron 1764 yens avant de remonter autour de 147 yens (-2%).
Disant s'appuyer sur des informations transmises par le groupe à la pomme à des fournisseurs, le journal économique précise que le groupe américain envisagerait l'emploi d'Oled sur les nouveaux iPhone qui seront commercialisés en 2018. Toutefois, des modèles LCD seraient parallèlement proposés compte tenu de la difficulté de garantir à cette date assez d'écrans organiques pour satisfaire la demande (il en faudrait sans doute plus de 200 millions, selon le Nikkei).
Les fournisseurs de ces écrans, dont le mérite est notamment d'être moins gourmands en énergie et très contrastés, seraient alors les sud-coréens LG et Samsung, les seuls vraiment en mesure de fournir en masse des Oled à l'horizon 2018. Le premier prévoit d'ores et déjà d'investir dans de nouvelles lignes de production, indique encore le Nikkei. Samsung fabrique quant à lui déjà des Oled en grande quantitéBatterie Dell Latitude E6400 qu'il utilise depuis 2010 pour des smartphones Galaxy.
Si Apple se tourne dans les délais indiqués vers les Oled, cela risque d'avoir un sévère impact sur Japan Display et Sharp. Ce pourrait même être le coup de grâce pour l'activité LCD de Sharp, qui est déjà en très grande difficulté financière alors qu'Apple est pour lui un très important client, tout comme il l'est pour Japan Display. Sharp et Japan Display sont en phase de recherche sur les Oled.
Si le choix d'Apple se confirmait, il pourrait précipiter un rapprochement des activités LCD de Sharp et Japan Display dont la rumeur dit qu'il est déjà envisagé. Le patron de Japan Display s'est même déclaré dans la presse favorable à une telle initiative Batterie Dell Latitude E6410 qui serait effectuée avec l'appui d'un fonds semi-public japonais, l'INCJ.
La salle Eole de Morieux accueille le salon de l'informatique. Il y en a pour tous les goûts. Des démonstrations, conférences, jeux, découvertes... Et des conseils aussi.
Le salon de l'informatique est organisé depuis 2009 par Lamballe communauté numérique (LCN), le but est de renseigner le grand public sur les nouveautés informatiques, mais aussi de les guider et les conseiller pour leurs éventuels achats de fin d’année. Il se poursuit ce samedi après-midi.
A Morieux, les magasins du territoire sont invités à présenter leurs produits et nouveautés. Des prestataires à domicile sont présents : services de dépannage, formation, assistance… pour les particuliers. Les enfants vont aussi découvrir des ateliers ludiques. Batterie Dell Latitude E6500
On peut aussi découvrir des démonstrations d’imprimante 3D, avec quelques surprises ou les recherches généalogiques sur Internet. Un particulier passionné, grâce à un financement participatif, a pu construire une table réactive, le Sonotron.
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